La prova del nove
Questa volta non ci sono nè lamentele, né proclami da fare,
il mio articolo stavolta vuole essere una nota di elogio, ma anche un invito
a non fermarsi e continuare sulla strada intrapresa in quel mercoledì
da leoni.
Roma-Partizan era davvero la prova del nove, una partita attesa per tanti
motivi e nessuno di questi mi faceva stare tranquillo.
Non parlo del risultato perché ero sicuro del passaggio del turno,
ma mi riferisco a come avrebbe reagito il pubblico a livello di tifo e soprattutto
se ci fossero stati problemi per l’ordine pubblico.
Ed invece è andata come tutti hanno visto, riguardo l’ordine
pubblico tutto è filato liscio, anche perché l’ormai consolidata
collaborazione con le forze di polizia non poteva certo fallire, e per il
tifo il popolo romanista ha risposto come nella sua migliore tradizione: alla
grande!!! Ma allora non c'è solo violenza sulle gradinate, non si versa
solo del sangue, ma si lascia tanto sudore e la voce al completo, i boati
televisivi che tutti avete sentito non erano esplosioni di violenza, ma proclami
d’amore.
Chissà, tutti quei gufi che sembrano non aspettare altro che gli incidenti
per darci sotto, stavolta non hanno potuto fare nulla e me ne rallegro. Io
già l’ho detto nel mio precedente articolo, il mondo Ultras non
è un mondo di violenza, bisogna viverlo dentro per poter capire o almeno
provare a farlo.
Da fuori sembra carico di sangue ma non è cosi, il lavoro di tanti
bravi ragazzi può venire vanificato da gesti violenti di pochi sconsiderati,
che comunque non sono la massa.
A Roma-Partizan è stato fatto un buon tifo, e c’è stata
anche una novità che aspettavo e desideravo dallo scorso campionato,
ma di questo bisogna parlare con calma anche perché le numerose domande
che mi sono state fatte dai ragazzi in curva meritano una spiegazione chiara
e precisa.
Una spiegazione che spero non offenda nessuno, ma che sia invece di buon auspicio
per il futuro del campionato. Mercoledì ci siamo ritrovati tutti quanti
qui sotto, una rapida decisione senza perdere troppo tempo, tra persone che
hanno fatto la storia del Commando.
Mi ha fatto piacere, non posso nasconderlo, ritrovare un certo dialogo (il
bene si sa, è sempre più forte dei male) e mi ha fatto ancora
più piacere scoprire che esiste ed esisterà sempre l’amore
per il tifo.
Non ho visto secondi fini dietro a quel dialogo, non ho sentito odore di inganno,
i suoi occhi mi sono apparsi sinceri e ne ho preso atto.
Ma a quei ragazzi che hanno avuto fiducia nel mio operato e che fin dallo
scorso anno mi sono stati affianco, posso dire che non devono avere né
timore, né paura.
Siamo scesi qui sotto e stiamo vicino, ma la nostra identità rimane
e rimarrà intatta, abbiamo scelto una strada diversa, il nostro fiore
all’occhiello è il nome “Vecchio Cucs” che ci appartiene
e del quale dobbiamo essere fieri.
Non ci saranno problemi perché noi sappiamo di essere una entità
ben precisa, con un preciso nome che tutti conoscono: Vecchio Cucs.
Anche loro sono senz'altro fieri delle scelte che hanno fatto e non credo
che vogliano “mischiarsi” a noi, ma in fondo questo è quello
che vogliamo anche noi.
Noi siamo il Commando Ultrà Curva Sud -Vecchio Cucs-, abbiamo la nostra
tessera ed il nostro materiale, sappiamo guardarci negli occhi e riconoscere
un volto amico.
A quelle persone che, nello scendere, hanno visto un qualcosa di sbagliato
io dico non abbiate paura, quella R cerchiata non è roba nostra, a
noi bastano due parole Vecchio Cucs alle spalle abbiamo anni di storia, davanti
c'è un futuro ricco di soddisfazioni.
Ma dipende da noi mantenere vivo questo discorso.
Quel che conta ora è riportare il tifo della nostra Roma, il tifo che
noi conosciamo ai vecchi livelli, e per farlo le forze devono essere unite.
Nel pieno rispetto delle reciproche autonomie, senza colpi bassi, né
pettegolezzi a livello portineria. Io chiedo questo per continuare a camminare
fianco a fianco con chi vuole raggiungere le mie stesse mete.
A mantenere viva l’identità del Vecchio Cucs ci penserà
il buon lavoro che abbiamo fatto fino ad oggi, coraggio ragazzi il gruppo
c'è, bisogna farlo ancora più grande.
Stefano Malfatti
Commando Ultrà Curva Sud
Vecchio Cucs
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